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29 marzo 2012 4 29 /03 /marzo /2012 12:53

Gia’ da un’epoca ormai remota, il Sole e la Luna dominavano il giorno e la notte, così come tutti sanno.
Quello che però molti non sanno e’ che i due astri, fin dal giorno in cui sono nati, si amavano follemente.
La natura, come spesso fa, aveva un po’ giocato e li aveva creati re e regina di due mondi diversi e separati, che mai avrebbero potuto coesistere.
Eppure anche dopo secoli, durante i quali non erano mai riusciti a stare insieme, il sole e la luna sapevano di amarsi ancora. Quante volte lui sorgendo aveva avuto la prova di mancarle, vedendo le sue lacrime su foglie e piante e lei comparendo nel cielo della sera, ancora pallida e trasparente, quante volte aveva visto lui tramontare arrossendo nel vederla arrivare.
Il dolore di non poter stare insieme, divento’ un giorno troppo forte e i due astri decisero che l’unico modo era incontrarsi sulla terra. Allora divennero una bellissima ragazza e uno splendido giovane e cominciarono a cercarsi.
Lui si guardò dentro e si accorse che la sua anima era per meta’ vuota.
Lei era uno SPETTACOLO di amore e di dolcezza ma la sua anima era per l’altra meta’ vuota.
Un giorno si incontrarono per caso e fu subito amore, un amore che avrebbe potuto essere eterno e lo era.
Troppi erano pero’ gli impegni di entrambi verso l’umanita’ ed effettivamente senza di loro la terra sarebbe andata a rotoli .Tornarono quindi in cielo, ma continuarono ad amarsi.
Lui continuo’ a riscaldarla durante le fredde notti con la sua luce e lei continuo’ a piangere rugiada per lui e, raramente, in quelle che tu chiami eclissi, si incontrano e si accarezzano, diventando, anche se solo per pochi istanti, una cosa sola.

Il grande amore che dura è perciò una continua ricerca e una con­tinua scoperta del mistero dell’altro. L’amato è infinitamente vicino eppu­re, di colpo, anche infinitamente lonta­no. Allora rinasce il desiderio. L’amo­re è costituito strutturalmente tanto dalla distanza e dalla mancanza come dalla ricerca e dal ritrovamento. L’amore che dura non è uno stato, ma un succedersi di oscurità e di luci in­cantevoli. È un continuo perdersi e un meraviglioso ritrovarsi nuovi. È come un cuore che pulsa: un susseguirsi del vuoto — la diastole, e del pieno — la sistole. Non è statico, è fatto di onde, come il mare, come la luce.

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